
Dentro le grandi guerre combattute lungo i fronti e per le strade, ci sono le nostre guerre personali, lotte non meno sanguinose che hanno per campo la nostra stessa anima mal armata e mal addestrata.
Francesca Scotti, “Figli della Lupa”, p. 189
Dalla quarta di copertina
Brescia, 1931. Daniele Fontana รจ un bambino di nove anni che ama i boschi, i libri e la Storia sopra ogni altra cosa. Eleonora, la sua gemella, possiede invece il dono del disegno e una profonditร sorprendente per la sua giovane etร . I due vivono tra la loro residenza cittadina e la casa di campagna delle zie, insieme al padre insegnante, alla madre sarta, ai fratelli maggiori Renato, Flavio e Caterina e alla sorella minore Annamaria.
La vita della famiglia Fontana viene sconvolta perรฒ dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Divisi loro malgrado, ma uniti nella scelta di contrastare il nazifascismo, fratelli e sorelle affrontano prove, lutti, fame e dolori, sperimentano il terrore dei bombardamenti, degli arresti e dei rastrellamenti e intrecciano legami di amicizia e di amore che li trasformano e li segnano per sempre.
Carta di identitร
- Edikit editore
- Anno di nascita: 2018
- 3 edizioni
- 632 pagine di tribolazioni, drammi, resistenze
- ISBN: 9788898423590
- Premio “Romanzo storico” – XVII edizione del premio letterario internazionale Lago Gerundo
Dove trovarlo
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- Il libro รจ disponibile anche su Amazon e su tutti i siti dei principali rivenditori di libri (IBS, Feltrinelli, ecc.).
- Qualunque libreria puรฒ ordinare il romanzo, ma ce ne sono due che meritano una menzione speciale per averlo giร sugli scaffali e per aver fatto viaggiare le storie tra le sue pagine. Eccole qui:
- LaLibreria – Via Duomo 2, 25049 Iseo (BS)
- Libreria La Vantiniana – Piazza Cavour 27, 25038 Rovato (BS)
Estratti
[…] Si coricรฒ accanto al suo moschetto, su una coperta spinosa. Non tolse il fazzoletto. Lo tastรฒ e passรฒ in rassegna i volti dei compagni. E comprese. Comprese che avrebbe accettato di morire per ciascuno di loro.
ยซLa patria sono le personeยป aveva osservato don Volpe e Ulisse non poteva essere piรน dโaccordo.
ยซSe dovessi morire domaniยป sussurrรฒ arrendendosi a Morfeo, ยซse dovessi morire ora, cosรฌ sia. Ma che loro vivano e che siano liberi. E che il mio sangue non macchi la madre terra invano. Che il mio sangue possa servire.ยป
Francesca Scotti, “Figli della Lupa”, p. 282
In realtร , il mio cuore si รจ destato in anticipo sulla data mortale. Ma il mio intelletto, ingenuo e acerbo, non gli ha dato retta. Si รจ lasciato abbindolare dalla propaganda, che spaccia voraci campagne militari per imprese eroiche. Il mio cuore aveva giร capito. E giร una volta si รจ fermato, pugnalato dallโapprovazione delle leggi razziali. Comprendevo e soffrivo, ma la mia mente irretita e ottusa mi bisbigliava di continuare ad aver fede, mi persuadeva che si trattava tutto di un errore momentaneo, di una svista alla quale il Duce avrebbe, di certo e in fretta, rimediato. Il mondo in cui credevo, di fatto, non รจ mai esistito. Era una pantomima, una religione di terza mano create a immagine e somiglianza di un uomo ambizioso. Coraggio, dunque, camminerรฒ sulla mia strada come lungo un viale di espiazione.
Francesca Scotti, “Figli della Lupa”, p. 162
Vorrei che chi nascerร domani o fra centโanni possa leggere le storie di noi reduci e di tutti coloro che hanno conosciuto la Guerra con il medesimo sentimento dei testimoni narranti di oggi. Vorrei che i posteri, dโinverno e con la neve, pensassero a noi, decimati e marchiati dalla steppa russa innevata. Che pensassero ai russi che ci hanno mitragliati difendendo il loro Paese, a tutti i popoli che i conflitti manovrati dai potenti hanno costretto a fronteggiarsi con le armi, a odiarsi e a uccidersi. Vorrei che, passando accanto a una lapide o a un monumento o attraversando una zona un tempo battuta da una qualsivoglia guerra, si soffermassero, in completo, sincero silenzio, a ricordare un nome o una data o un volto stampato nei tomi di scuola, sentendo prudere sulla pelle, come una cicatrice, lโorrore e la sofferenza che stanno dietro a quel nome, a quella data o a quel volto. Vorrei che, leggendo o ascoltando, si appassionassero al passato. Non per piangere e per rattristarsi, ma per comprendere, amare e scrivere, con piรน ardore e coraggio, la propria storia. Vorrei, ma so che non sarร . Perchรฉ i testimoni muoiono e i loro racconti, di anno in anno, perdono dโinteresse, sembrando, a chi รจ avvezzo alla pace, un lascito spiacevole, una zavorra di cui scrollarsi. La memoria รจ uno strumento musicale dato in dotazione a tutti, ma che solo pochi hanno la pazienza e la costanza di imparare a suonare. Questi pochi sono gli infaticabili e romantici amanti dellโumanitร che, al posto di scansare dalla strada le pietre di ricordi di chi li ha preceduti, raccolgono tali pietre e le impilano costruendo torri sulle quali inerpicarsi e dalla cui cima abbracciare, con lo sguardo e con lโanima, vedute piรน ampie e ispiranti.
Francesca Scotti, “Figli della Lupa”, pp. 543-544
Quel che si dice di “Figli della Lupa”
– Recensione di Katiuscia Rigogliosi per Brescia si legge –
Clicca qui per leggere lโarticolo su www.bresciasilegge.it.
โFigli della Lupaโ: la famiglia bresciana dei Fontana alle prese con il fascismo e con la guerra
Brescia, 1931. Daniele Fontana รจ un bambino di nove anni che ama i boschi, i libri e la storia sopra ogni altra cosa. Eleonora, la sua gemella, possiede invece il dono del disegno e una profonditร sorprendente. I due vivono tra la loro residenza cittadina e la casa di campagna delle zie, insieme al padre insegnante, alla madre sarta e ai fratelli. La vita della famiglia Fontana viene sconvolta perรฒ dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Divisi loro malgrado, ma uniti nella scelta di contrastare il nazifascismo, fratelli e sorelle affronteranno prove, lutti, fame e dolori ma intrecceranno anche legami che li trasformeranno per sempre.
โFigli della Lupaโ, primo romanzo della giovane bresciana Francesca Scotti (Edikit, 2018) รจ uno di quei romanzi dove lโinsieme dei personaggi, le vicende storiche e le disfatte cittadine si amalgamano a tal punto da avere, come risultato, un unico grande coro disperato. Secondo romanzo in ordine cronologico della saga della famiglia Fontana (รจ ambientato infatti negli anni successivi a quelli raccontati da โVento Porporaโ), โFigli della Lupaโ narra le (dis)avventure dei membri della famiglia bresciana dei Fontana dal 1931 al secondo dopoguerra.
Un lavoro pregevole, che unisce una notevole capacitร narrativa ed una lingua evocativa con un lavoro di raccolta dei dati e quindi di descrizione minuziosa degli eventi e dei luoghi capace di rendere il romanzo non solo appagante per il lettore amante di saghe famigliari, ma anche per lโappassionato di storia italiana e locale.
Da Brescia alla steppa russa
Prendete le nostre estenuanti marce da un villaggio allโaltro, nella pioggia e nella neve e nel fango, quadruplicate i chilometri, il freddo, e la fame e avrete, in risultato, una blanda, insufficiente idea di quello di cui vi parlo.
Francesca Scotti, “Figli della Lupa”
Giovani spediti senza tante remore in mezzo a battaglioni squinternati, direzionati verso una terra gelida ai piรน sconosciuta: รจ cosรฌ che si viene accolti in questo romanzo che dedica pagine particolarmente toccanti alla Seconda Guerra Mondiale, alla tragica campagna di Russia e alla Resistenza da cui anche la famiglia Fontana, come tante altre famiglie bresciane e italiane, sarร toccata.
La famiglia Fontana, formata da Carlo, Antonia e i loro figli, insieme alle zie Tatiana, Irma ed Elisabetta, si ritroverร cosรฌ ben presto catapultata dalle piazze cittadine e dai boschi della Franciacorta alle fredde steppe russe, dove la guerra portรฒ, loro malgrado, tanti dei nostri soldati.
I nostri protagonisti saranno lรฌ in mezzo, insieme ai nostri nonni, ai nostri parenti, ai genitori dei nostri vicini di casa, armati con qualche fucile e qualche pistola ma senza abiti adatti, senza cibo, con coperte troppo corte per coprirli durante la notte e maglioni troppo bucati per scaldarli durante il giorno.
Da un conflitto al successivo
Brescia si ergeva fiera e silenziosa come una leonessa. Guardava al passato con dolore e devozione, al futuro con paziente speranza.
Francesca Scotti, “Figli della Lupa”
Ma mentre i nostri eroi cercano di combattere e di conquistare metri di territorio, per soddisfare lโego di un dittatore, le nostre sorelle Fontana, in cittร , non stanno certo a guardare. Attorno a loro, celata agli occhi delle spie e fondata su messaggi in codice e bigliettini da nascondere in tasca, si apre una rete di rivoluzionari e di persone che vogliono in tutti i modi salvare il nostro paese da una cosa: la presenza del Duce, personaggio scomodo che aveva promesso mari e monti agli italiani ed invece ha donato loro solo pallottole e neve.
La seconda parte del romanzo comincia difatti proprio nel 1944, al termine degli scontri mondiali ma allโinizio di quelli interni. Perchรฉ gli angloamericani avranno anche aiutato gli italiani a liberarsi dei nazisti, a liberare le proprie terre dagli invasori, a scacciare il nemico che ci aveva costretto alla morte, ma non hanno pensato che molti di noi, troppi di noi, avevano ancora nella testa, e nel cuore, quelle idee di nazismo che difficilmente vengono sradicate.
Una cittร lacerata
Torri di fumo si innalzavano dalle ferite della Leonessa. Lโaria era zuppa di morte. Fiamme alte e ritorte si dibattevano come avvoltoi fra le carcasse degli edifici colpiti, banchettando con il pranzo preparato dalle bombe. Fiocchi di neve strinata si depositavano sullo scempio: cenere.
Francesca Scotti, โFigli della lupaโ
La cittร si ritrova cosรฌ, ancora per qualche anno, stretta tra le braccia di battaglie infinite.
Da una lato i fascisti imperterriti, quelli che malgrado la disfatta finale credevano fermamente nelle idee del loro leader e quindi proseguivano a mietere terrore, a imprigionare chi non la pensasse come loro, a fucilare chi solo osasse ribattere alle loro affermazioni. Dallโaltro le forze di liberazione, coloro che, pensando che nascondersi nei boschi delle nostre vallate li proteggesse dagli artigli delle camicie nere, cercavano di far rialzare la testa ai propri connazionali uccidendo lโinvasore e saccheggiando le sue armerie.
Due fazioni armate, lโuna contro lโaltra, ed in mezzo solo morte e distruzione: famiglie divise, giovani partiti per una guerra che non sentivano loro e mai tornati, uomini con ideali di libertร ma con pochi mezzi per realizzarla, donne relegate alla gestione della casa ma rivoluzionarie nel cuore.
ร solo con la terza parte, lโAlba di Piombo, che il romanzo ci porterร alla conclusione di questa estenuante battaglia, di questa corsa contro il tempo per ritrovare la serenitร , lโamore dei propri cari. La pace. La democrazia.
Un romanzo che parla (anche) della nostra cittร
La cittร di Brescia e parte della sua provincia sono co-protagonisti di questo romanzo storico imponente (632 pagine) quasi al pari dei membri della famiglia protagonista dei Fontana e dei loro conoscenti.
Lโanima bresciana si ritrova perfettamente in mezzo alle descrizioni dei vicoli cittadini, delle piazze, dei negozi che provano a resistere a tutto ciรฒ che accade loro attorno, degli abitanti che con pochi mezzi cercano di sopravvivere ad una vita fatta di rinunce e di stenti.
Ma si trova anche nel cuore di chi ha comunque amato una terra e ha fatto di tutto, di tutto, per renderla nuovamente libera, cosรฌ come nel cuore di chi ha creduto in unโideologia errata e funesta.
