Domande & risposte: la saga dei Fontana al liceo classico Arnaldo di Brescia

Martedรฌ 25 febbraio sono stata invitata al liceo classico Arnaldo di Brescia per parlare della saga dei Fontana e delle tematiche storiche e umane contenute in questi libri. รˆ stata una bella occasione per condividere il mio interesse per la Resistenza e per tutta la storia del Novecento con ragazzi e ragazze di varie etร  e di diverse classi del liceo. In seguito al mio intervento, alunni e alunne mi hanno rivolto svariate domande. Le riporto qui di seguito insieme alle mie risposte, perchรฉ penso possano essere interessanti anche per altri e altre delle giovani generazioni.

Grazie, grazie davvero per ogni domanda. Grazie infinite ancora ad Anita, la studentessa che mi ha invitata, e al liceo per lโ€™accoglienza dimostratami.


Per โ€œFigli della Lupaโ€ ho iniziato a documentarmi andando a parlare con alcuni testimoni del paese in cui sono cresciuta, Monticelli Brusati. Mi hanno raccontato aneddoti, particolari e storie legate alla guerra e alla Resistenza in campagna che mi hanno fornito lโ€™ispirazione per diversi capitoli del libro. Ho poi svaligiato biblioteche e archivi, letto molto (soprattutto saggi e testimonianze) e attinto da materiale online, sia scritto che video (di grande ispirazione รจ stato il video reperibile su YouTube dellโ€™Istituto Luce che ha filmato lโ€™inaugurazione da parte di Mussolini di piazza Vittoria a Brescia il 1ยฐ novembre 1932).
Per โ€œVento porporaโ€, non essendoci piรน testimoni in vita, sono ricorsa a biblioteche e archivi, oltre che, anche in questo caso, al materiale reperibile online (molto prezioso รจ stato il blog di un bersagliere, in cui dei nipoti hanno raccolto lettere e resoconti della vita di trincea del nonno Flavio Petrassi).
Per โ€œLa fedeltร  dellโ€™ederaโ€ mi sono documentata prevalentemente tramite archivi, biblioteche, videointerviste online, materiale di Rai Storia.
Per โ€œCome musica azzurraโ€ ho ascoltato i racconti di tante persone in merito alla strage di piazza Loggia, ma anche in relazione alle loro abitudini e alla loro vita quotidiana negli anni settanta a Brescia. Lโ€™aiuto piรน grande me lโ€™ha dato Manlio Milani, sopravvissuto alla strage e presidente di Casa della Memoria, che mi ha spiegato dettagli e sfumature di quegli anni, oltre che ovviamente di quel 28 maggio 1974 in cui ha perso la moglie Livia e pure due suoi cari amici. Anche per questo libro, sono stati fondamentali i libri reperiti in biblioteca e vario materiale, scritto e audiovisivo, consultabile online.

โ€œFigli della Lupaโ€ si riferisce ovviamente al modo con cui venivano chiamati i bambini dai sei agli otto anni durante il ventennio fascista, nel contesto dellโ€™Opera Nazionale Balilla e, in seguito, della Gioventรน Italiana del Littorio. Non solo, perรฒ. Daniele, uno dei protagonisti e dei miei personaggi a cui tengo di piรน in assoluto, fa piรน volte sua lโ€™espressione, trasformandola. La strappa alla retorica del fascismo e la rovescia, riconducendola a una sua mitologia privata in cui la Lupa, che sta per lโ€™Italia spaccata dalla guerra e non per lโ€™impero Romano, รจ simboleggiata da un animale dei boschi, che lui ama e che diventano il luogo principale della Resistenza sua e dei suoi compagni.
โ€œVento porporaโ€ รจ il titolo di una poesia scritta da Adelmo, uno dei protagonisti dellโ€™omonimo romanzo. Il componimento รจ citato allโ€™interno della narrazione ed รจ anche riportato nellโ€™appendice del libro. Per la sua sensibilitร , il vento รจ qualcosa di vivo e percepibile anche come colore. Il porpora รจ il colore del sangue e della violenza della prima guerra mondiale, ma anche della passione e di sentimenti capaci di valicare tempo, spazio e tragedie.
In โ€œLa fedeltร  dellโ€™ederaโ€, la protagonista femminile Veridiana ricorda con particolare affezione lโ€™edera che ricopriva una parete della sua casa in Istria, quella che ha dovuto abbandonare per sfuggire alle persecuzioni delle foibe. Nel linguaggio delle piante, lโ€™edera significa, tra le altre cose, anche la fedeltร . Nel romanzo, รจ intesa come fedeltร  a sรฉ stessi, alla propria natura e alla propria anima, ai propri ideali, alla memoria di chi amiamo e al dovere di tramandare ciรฒ che riteniamo importante.
In โ€œCome musica azzurraโ€ assume un significato particolare la musica, nello specifico quella rock, amata dalla protagonista Lara e dalle persone a lei piรน care. Anche il colore azzurro, di capitolo in capitolo, si carica di significati particolari e, per Lara, si lega, tramite la sinestesia del titolo, alla musica; l’azzurro รจ un colore che si oppone al nero del fascismo e delle tenebre, al rosso del sangue versato dai terroristi di estrema sinistra e di qualunque fazione โ€“ รจ la luce contro il buio, la serenitร  contro il caos.

Ho iniziato a scrivere ogni libro con in testa lโ€™idea chiara dei primi capitoli e, piรฒ o meno, di come avrei voluto finire le varie storie. Gran parte delle idee, perรฒ, รจ venuta proprio scrivendo. Durante lo svolgimento, ho rimaneggiato destini e percorsi di alcuni personaggi, eliminato scene che prima mi erano parse essenziali e aggiunto passaggi che inizialmente non avevo immaginato. Del finale non ho mai unโ€™idea totalmente netta (anche se a volte, quasi per caso, capita che mi lampeggi in testa la frase con cui mi piacerebbe finire il libro), lascio che siano i personaggi a mostrarmi passo passo quale sarร  la loro strada.

Prima di scrivere โ€œFigli della Lupaโ€ ho creato un albero genealogico della famiglia Fontana, ho ordinato appunti di natura sia storica che narrativa, testimonianze e materiale in cartelle sul pc. Ho anche creato uno schema dei capitoli, con il numero esatto e, in breve, il contenuto che avrei voluto mettere in ognuno (e che poi in gran parte รจ cambiato durante la stesura). Per โ€œVento porporaโ€ ho fatto la stessa cosa. Per โ€œLa fedeltร  dellโ€™ederaโ€ e โ€œCome musica azzurraโ€ ho creato dei semplici schemi preliminari in merito alla struttura del libro e al numero dei capitoli, ma soprattutto ho ordinato i materiali a mia disposizione, le informazioni che ritenevo necessarie per la mia narrazione.

Il mio motto รจ una citazione di Hemingway: โ€œScrivi da ubriaco, correggi da sobrioโ€. Mi piace scrivere di getto, a briglia sciolta, seguendo il ritmo, lento o frenetico che sia, del pensiero. Se dovessi soffermarmi sulla bontร  o meno di ogni periodo prima di chiuderlo, da perfezionista quale sono, impiegherei un anno per scrivere una sola pagina. Le limature, i ripensamenti e tutto il resto vengono con le riletture e le revisioni, che sono la parte che preferisco perchรฉ amo i cesellamenti, lโ€™idea di lavorare la sostanza grezza di quel che ho scritto e che ancora devo rifinire, liberare. Butto sulla pagina tutto quanto ho dentro, per poi lasciarlo riposare come pasta per dolci e quindi tornare a trovarlo e dedicarmici con tutta me stessa, per cancellare, spostare, riscrivere. Ma la prima stesura devโ€™essere rapida, istintiva, liberatoria.

No, nella mia testa โ€œFigli della Lupaโ€ รจ nato come libro a sรฉ stante (e come tale puรฒ anche essere letto, visto che รจ autoconclusivo). รˆ stato mentre lo scrivevo che mi sono talmente affezionata ai miei personaggi da avere lโ€™ispirazione per documentarmi e scrivere un nuovo romanzo ambientato un poโ€™ prima, durante e dopo la prima guerra mondiale. Sapevo che avrei voluto ambientare anche questo in terra bresciana, quindi mi รจ bastato concentrarmi sulla generazione della famiglia Fontana precedente a quella di โ€œFigli della Lupaโ€, per darle il suo spazio e costruirle attorno nuove storie. Non avrebbe avuto senso immaginare unโ€™altra famiglia o dei personaggi scollegati da โ€œFigli della Lupaโ€. Il modo in cui il primo romanzo รจ stato scritto permetteva unโ€™apertura, lโ€™ampliamento di intrecci e di trame attraverso il tempo e i grandi, dolorosi eventi della storia. Nellโ€™immaginare un poโ€™ meglio โ€œVento porporaโ€, ho poi deciso che i libri dei Fontana sarebbero stati quattro. Volevo un libro che collegasse le foibe con Brescia e uno interamente dedicato agli anni settanta e alla strage di piazza Loggia, con nuovi discendenti dei Fontana e persone che scelgono di camminare con loro.
Ho voluto mantenere ogni libro indipendente e autoconclusivo, di modo che possa essere letto, a seconda delle scelte, sia insieme agli altri che da solo (si puรฒ scegliere il periodo storico o il tema che si preferisce, leggerli tutti o solo alcuni, leggerli seguendo lโ€™ordine cronologico degli eventi storici narrati oppure in ordine sparso).

รˆ difficile sceglierne uno. Ogni romanzo รจ stato un mondo, mi ha dato tantissimo attraverso quanto ho potuto vivere insieme ai miei personaggi e mi ha cambiata tanto sia durante la stesura che dopo la pubblicazione. Diciamo che ho amato in modo particolare scrivere ogni capitolo di โ€œCome musica azzurraโ€, perchรฉ questo libro contiene davvero tanto di me e, oltre alle altre cose, รจ una sorta di mio testamento valoriale.

Ho versato tantissime lacrime. Ho provato terrore, angoscia, frustrazione, impotenza, umiliazione, rabbia. Ho avuto fame, freddo, speranza, sete di libertร , pietร , coraggio. Ho incamerato in me tutte le tragedie in cui sono coinvolti i miei personaggi โ€“ dittatura, guerra, prigionia, lotta partigiana, persecuzione, esilio, terrorismo โ€“ e poi ne sono uscita stravolta, nuova, profondamente cambiata. In particolare, scrivere delle foibe (โ€œLa fedeltร  dellโ€™ederaโ€) e ricostruire la strage di piazza Loggia (โ€œCome musica azzurraโ€) รจ stato decisamente doloroso. Di parola in parola, mi sono sentita veramente nei luoghi e nelle situazioni che ho descritto. Ciรฒ ha acuito la mia vicinanza nei confronti delle persone e delle moltitudini alle cui tribolazioni mi sono ispirata.

Di solito, racconto una storia a seconda di come mi si forma in testa; se dentro di me sento formarsi un racconto in prima persona, scrivo in prima persona, se mi si forma in terza persona, lo faccio in terza persona. La narrazione in prima persona favorisce spesso una maggiore immedesimazione con i personaggi, ma non รจ sempre la piรน adatta per il tipo di storia che si vuole raccontare. La terza persona permette di far emergere sfumature che i personaggi stessi non noterebbero o ai quali non darebbero voce. โ€œFigli della Lupaโ€ e โ€œVento porporaโ€ sono raccontati in terza persona (lasciando spazio alla prima persona in lettere e pagine di diario), mentre in โ€œLa fedeltร  dellโ€™ederaโ€ e โ€œCome musica azzurraโ€ gioco alternando prima e terza persona, un espediente che moltiplica le prospettive e che proprio per questo amo molto.

Sรฌ, tutti i personaggi sono frutto della mia immaginazione. Naturalmente, la mia fantasia ha tratto spunto da persone realmente vissute o tuttora viventi, da eventi storici reali, da esperienze personali mie o altrui. Capita che a volte compaiano alcune figure storiche che incrociano le vite dei personaggi. Ho fatto loro dire soltanto parole che hanno detto o che avrebbero potuto dire. Hanno sempre uno spazio limitato, perchรฉ mi interessa che a essere protagoniste siano le โ€œpersone comuniโ€, rappresentate da personaggi di fantasia.

Innanzitutto, una forte speranza. Avevo creato qualcosa e ora mi toccava infondere ogni mio sforzo nel tentativo di farlo arrivare agli altri, di permettere che diventasse carta e inchiostro. Avevo anche timori e incertezze riguardo a un possibile fallimento, ovviamente, ma ero profondamente determinata. Ciรฒ che ho scritto era importante per me e avrebbe potuto esserlo anche per altri. Poteva anche avere tutti i difetti del mondo, ma io ci credevo. Sarei andata avanti nonostante i rifiuti. A guidarmi sono state, in definitiva, una grande speranza e una grande determinazione.

Piรน che altro, ho ricevuto il riscontro di lettrici e di lettori che hanno apprezzato i libri. Di sicuro, non a tutti saranno piaciuti il mio stile o le mie storie, ma finora non ho ricevuto critiche particolarmente feroci. Se mai verranno, mi manterrรฒ aperta al confronto. In ogni caso, nel bene e nel male, in quel che funziona meglio e in quel che รจ venuto meno bene, credo nelle storie che ho scritto, nei valori e nelle idee di cui le ho riempite. Ho scritto questi libri portando nel cuore lโ€™importanza della memoria storica e di tutte le persone dal destino avverso a cui ho dedicato le mie pagine. Per loro, sopporterรฒ con serenitร  ogni critica.

No, non ho mai frequentato corsi di scrittura. Ho iniziato a scrivere sin da piccola โ€“ favole, fiabe, resoconti -, come qualcun altro puรฒ iniziare a praticare uno sport, a sviluppare una determinata abitudine o passione, come risposta al mio amore per i libri, per il raccontare storie. A insegnarmi a scrivere sono stati tutti gli autori e tutte le autrici che ho letto.

Sento di dovere tanto a romanzieri russi come Dostoevskij, Pasternak e Tolstoj. Un romanzo che ritengo fra i miei preferiti in assoluto รจ โ€œIl dottor ลฝivagoโ€ di Pasternak, per lo stile poetico con cui รจ scritto e per lo splendido modo in cui intreccia storia e storie, drammi privati e collettivi. Dei romanzi russi amo tanto la profonditร , lโ€™introspezione psicologica e il fatto che sono, molto spesso, decisamente โ€œaffollatiโ€, pieni di personaggi, di sottotrame, di destini incrociati.
Fra le autrici che piรน sento vicine – in termini di stile, di sensibilitร  e di attenzione alle tematiche sulla condizione femminile – non posso invece non citare Irรจne Nรฉmirovsky, Virginia Woolf e Alba de Cรฉspedes.

Una volta ultimato โ€œFigli della Lupaโ€, lโ€™ho inviato via e-mail ad alcune piccole case editrici sparse per lโ€™Italia. Le ho selezionate in base alla linea editoriale, alle premesse, al fatto che mi ispirassero fiducia o meno. Lโ€™ho inviato solamente a case editrici che si dichiaravano – come dovrebbe sempre essere – non a pagamento. Edikit, di Brescia e diretta da un giovane editore, mi ha risposto positivamente in pochi mesi, inviandomi una proposta di contratto che ho trovato consona e accettato. Io e Tommaso, lโ€™editore, abbiamo quindi lavorato insieme alla fase di editing. Lui mi ha inviato una prima bozza del libro con i suoi commenti, i suoi consigli e le sue piccole revisioni. Sulla base di quanto mi ha indicato, ho cesellato il libro, modificato alcune parti, limato e migliorato quanto ne aveva bisogno. Una volta arrivati alla bozza definitiva, ho scelto la copertina insieme allโ€™editore e poi il libro รจ andato in stampa ed รจ diventato disponibile allโ€™acquisto online e in libreria.
Se amate scrivere e avete qualcosa da dire al mondo, mettete per iscritto le vostre parole e poi fate ricerche in Internet per trovare una casa editrice non a pagamento che vi ispiri fiducia (vi consiglio di iniziare da quelle piccole, che valutano i libri in base a ciรฒ che li convince e non alle referenze). Mandate il vostro scritto, armatevi di pazienza e attendete delle risposte. Se nessuno vi risponde o ottenete dei rifiuti, non datevi per vinti. Prima o poi, qualcuno crederร  nella vostra voce. Prima di tutto, credeteci voi. Quello che avete scritto non sarร  sicuramente perfetto (non lo sarร  mai, perchรฉ la perfezione semplicemente non esiste, nella scrittura come nella vita), sarร  fatto di parti uscite molto bene e di altre uscite meno bene, come ogni cosa, ma lโ€™importante รจ che convinca voi, che sia una cosa che, dopo riletture e rimaneggiamenti, sia buona, giusta e necessaria per voi. Se lo รจ per voi, potrร  esserlo di certo anche per altri, per tutti quelli con una sensibilitร  affine alla vostra e al modo in cui incastonate le parole per creare mondi e personaggi, per diffondere storie, pensieri, idee.